Il grave episodio d’ordine pubblico avvenuto lo scorso mercoledì in via dei Mulini, una lite condominiale fra due famiglie di residenti finito con una rissa a bastonate con due feriti, pone all’ordine del giorno una profonda riflessione sull’accaduto e sulle cause scatenanti.
Oltre a dare la solidarietà alle persone ferite negli incidenti, nostro intento è riflettere sui fatti.
Nella speculazione mediatica e politica successiva all’episodio, molti accenti sono stati gettati sulla questione del razzismo (data l’origine rumena di una delle due famiglie), o sulla prevista richiesta di una maggiore sicurezza; rappresentata come intervento di forze dell’ordine, controlli e repressione nella zona. Non è nostra intenzione minimizzare l’ accaduto, che suona come campana d’ allarme per un quartiere dove c’ impegniamo da più di dieci anni in un’ attività politica costante e radicata, bensì il comprendere come e perché siamo arrivati a tanto.
La questione portante, a nostro avviso, non è quella del razzismo o della sicurezza militare di carabinieri e polizia, bensì quella di un quartiere e di una città segnate dalla crisi, economica e sociale. Crisi che disintegra il tessuto sociale, azzera le relazioni tra persone e vicini di casa, cancella abitudini e tradizioni, lasciando i livornesi, di nascita o migranti, alla mercé del più completo abbandono e sconforto.
La natura “privata” della lite è stata infatti strumentalizzata da quei soggetti politici e mediatici che fanno della xenofobia il loro pane quotidiano, da quelle istituzioni che abbandonano il centro cittadino dandolo in pasto alle macerie e alla desolazione. Non si tratta di razzismo, ma di come a difficoltà reali, ignorate dalle istituzioni rappresentative, si associ la strumentazione, e talvolta la provocazione fascista da parte di certe aree della destra istituzionale. Da parte di quella stessa gentaglia che abbandona i cittadini al loro destino, salvo esultare quando la situazione precipita, permettendo loro di raggirare ed ingannare la gente con promesse di sicurezza: fiaccolate, ronde o chissà cosa.
Facili scuse per mascherare i propri intenti elettorali.
La colpa dell’avvenuto ricade sulla disgregazione della società, sulla perdita del lavoro e della casa, sulla precarizzazione della vita; su tutti i fattori che istigano l’odio e la guerra tra poveri. La sicurezza reale che la gente chiede non è quella della polizia e della militarizzazione (basta vedere il goffo e volutamente tardivo intervento delle forze dell’ordine in occasione della rissa), ma quella dell’abitazione, del lavoro e della socialità. Non è la sicurezza dei manganelli a migliorare la vita della gente, ma la sicurezza di un futuro che le è criminosamente negato.
A tutto questo s’aggiunge il comportamento, spesso e volentieri vergognoso, dei media, locali e nazionali, sempre pronti a spettacolarizzare episodi di questo tipo, per creare una loro verità, distorta e distante dalla realtà. Organi mediatici che, pensando più alla tiratura che al bene della gente, fomentano più o meno consapevolmente odio ed incomprensione, poco curandosi della verità dei fatti.
Nostra intenzione non è dare una versione dei fatti, o ignorare l’avvenuto. Noi lavoreremo, come sempre fatto, per ritagliare spazi d’aggregazione, di condivisione e socialità fra le persone, in una città ed in un quartiere massacrati dalla politica dei padroni; dove una lite condominiale diventa facile pretesto per sviare l’attenzione della gente dai problemi reali, ma allo stesso modo in un quartiere dove è possibile per chiunque vivere liberamente, con le famiglie a passeggio in Piazza XX settembre (abbandonata dal comune, ma ancora difesa da molti abitanti) e i ragazzi a conversare e scherzare la sera, un quartiere dove la convivenza è di regola, e dove, pochi minuti prima della rissa, bambini livornesi di mezzo mondo: Livorno, Senegal come Romania, giocavano a pallone nel centro della piazza.
Come spazio sociale, il CSA Godzilla è da più di dieci anni presente nel quartiere e nelle strade, avendo la sua sede in via dei Mulini, contribuendo all’aggregazione ed alla socializzazione diretta dei livornesi, vecchi e nuovi, che vi abitano. Proponendo al suo interno iniziative artistiche e culturali, cineforum, concerti, cene e dibattiti; iniziative popolate e autogestite da giovani, studenti e lavoratori. Cose come le iniziative in piazza XX settembre, frequentate da giovani della città e abitanti del quartiere, come cene sociali, dibattiti (partecipatissimo quello contro i CIE) e concerti.
Per noi la risposta ai problemi della società nasce nell’autogestione e nella riappropriazione diretta, non nelle ronde, nelle fiaccolate o nella repressione della polizia. Nasce nella condivisione e nell’empatia popolare, nei rapporti interpersonali, non nell’omologazione delle menti e dell’odio. Per noi, aldilà di ogni differenza di origine e di difficoltà di vita, l’unica soluzione rimane la lotta popolare e auto organizzata, condivisa e sociale, contro quegli interessi e quei padroni di turno che, senza ritegno, per guadagno e tornaconto non esitano a gettarci, tutte e tutti, tra le fauci della miseria sociale, dell’isolamento e dell’abbandono.
C.S.A. Godzilla.